Il debutto alla Schiaparelli Couture di Marco Zanini: troppo tributo?

Categoria Schiaparelli Sfilate Di Moda Haute Couture Marco Zanini | September 21, 2021 07:17

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Quando è stato annunciato lo scorso autunno che Marco Zanini, ex Rochas, sarebbe stato prendere le redini a Schiaparelli, c'era molto da fare e da ipotizzare su cosa il designer potesse portare al rilancio del marchio, acquistato da Diego Della Valle, capo del gruppo Tod's, nel 2007.

Per Zanini collezione couture inaugurale, mostrato lunedì a Parigi - il primo per l'etichetta dal 1954, salvo per L'omaggio onorario di Christian Lacroix la scorsa stagione - Zanini ha davvero fatto un salto nel passato. Il primo indizio? I tappeti rosa shocking che fiancheggiavano l'ingresso dell'Hotel d'Evreux, la sede della mattinata, sono serviti come un segnale immediato che l'eredità era nel cervello.

Al ritmo dei tamburi militari in marcia, Stella Tennant ha aperto lo spettacolo, indossando un lungo abito senza spalline in blu reale, rosa shocking e avorio, con una stampa di stelle Le Ciel Etoile. Il motivo e la vivace combinazione di colori ricordavano i legami di Schiaparelli con i movimenti artistici dadaisti e surrealisti, e sembrava qualcosa che avrebbe potuto covare con cospiratori di lunga data, come Salvador Dalì e Alberto Giacometti. Una giacca doppiopetto in broccato di seta molto strutturato ricordava la collezione Pagan del 1938 di Schiap, con le sue foglie di edera verde iridescente e le maniche a sbuffo di raso nero, abbinata a pantaloni a zampa. E poi c'erano i grandi cappelli a forma di pianta, cenni ai famosi cappelli da scarpe del 1933. Ma questi ovvi tributi ponevano la domanda: qual è esattamente il lavoro di Zanini qui? Riuscirà a far risorgere e riconfigurare le iconiche reliquie dell'opera di Schiaparelli, come l'abito aragosta del 1937 o l'abito "lacrime" trompe l'oeil (in collaborazione con Dalì) del 1938? O è lo stilista a inventare mode senza continui rimandi al passato? La collezione presentata da Zanini rifletteva i problemi inerenti a questa dualità senza risposta. Ma in un certo senso è in una posizione di invidia. Se dovesse alleggerirsi dalle pressioni della storia, potrebbe davvero lasciare il segno, usando la propria voce. Ad ogni modo, ciò che Zanini ha mostrato sembrava meno couture e più prêt-à-porter in certi luoghi. Casi in questione: una giacca nera indossata su un lungo abito bustier in charmeuse di seta stampata; pantaloni del pigiama ricamati con una T-shirt di seta nera asimmetrica; e uno smoking di lana nera, completo di volant in chiffon di seta ricamati che sporgono dall'interno.

Quindi ora ci sono due dilemmi: nelle prossime stagioni Zanini dovrà decidere se il passato sarà ostacolo o aiuto quando si tratta del suo ethos di design e se il marchio ha davvero bisogno di una couture collezione.

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Long Nguyen è il co-fondatore e direttore dello stile di Flaunt.

Foto: Imaxtree.